FRANCO ROSSI
Mostra Personale di pittura alla Limonaia di Villa Vogel – Firenze
Dal 9 al 17 Novembre 2019 Franco Rossi terrà una mostra personale di pittura alla Limonaia di Villa Vogel.
L’ex-collega del Centro Elettronico, che dipinge ormai da 56 anni e le cui opere sono sparse in tutto il mondo, si presenta questa volta con la mostra più importante riguardo al numero di opere esposte. Saranno infatti visibili circa 40 lavori eseguiti negli ultimi 20 anni.
Franco Rossi, nasce a Firenze il 24 Luglio 1947.
Autodidatta, non ha mai frequentato alcuna scuola di pittura. Lasciato il disegno dopo le scuole medie, ha continuato a coltivare quest’arte per pura passione. L’inizio della sua attività pittorica risale al 1963. All’inizio i paesaggi si alternavano alle nature morte finchè, nel 1973, la tipologia monocolore prese a caratterizzare le sue tele. Dopo un’iniziale serie di nudi e paesaggi, le immagini più varie cominciarono a rappresentare per l’artista un mezzo per esternare un’emozione, una sensazione non diversamente comunicabile. Pertanto al periodo monocolore possiamo far riferimento come inizio di ciò che la sua pittura odierna è oggi in grado di raggiungere. Da allora, passato dalla tecnica della pittura ad olio a quella acrilica agli inizi degli anni ’80, la sua costante progressione nella ricerca è stata quasi sempre accompagnata ad una produzione di paesaggi e nature morte di piccole dimensioni, dipinti che venivano effettuati tra una composizione ed un’altra di grandi dimensioni, quest’ultime descrittive appunto delle emozioni più profonde.
La pittura di Franco Rossi non può più da anni esser definita semplicemente una pittura per hobby o per passione. La sua pittura è determinata infatti unicamente dalla necessità di raffigurare metaforicamente con un’immagine un sentimento, uno stato d’animo, un’emozione celata nel fondo dell’anima ed altrimenti lì destinata a restare.
Come descritto infatti nel suo website www.franco-rossi.it , due sono le dimensioni dell’anima secondo il pensiero dell’artista:
la prima, superficiale, mutevole, peculiare in ognuno, è quella con cui ci rapportiamo agli altri e ad ogni situazione, a seconda dei casi. E’ in sostanza quella con cui ci mostriamo al mondo.
La seconda, profonda, statica, mai mutevole, uguale per tutti. In questa risiede tutto ciò che generalmente non vogliamo mostrare di noi stessi, per incapacità, o per paura, o per pudore.
Cercare delle immagini che ne mostrino metaforicamente il contenuto ed imprimerle su di una tela è lo scopo di questa pittura introspettiva. Uno scopo generato dalla necessità di esternare un messaggio, di capire e far capire che forse nessuno è, nel fondo, diverso dagli altri.
Per tale motivo può darsi che chi osserva questi dipinti riveda una situazione che ha già vissuto, un’emozione che tiene nascosta nel profondo. Può darsi che abbia la sensazione di guardarsi in uno specchio che riflette non la sua immagine, ma la sua anima.
Per carattere tipicamente fiorentino non ha mai avuto particolare interesse per il mondo delle mostre, dei riconoscimenti, della critica, pur contando al suo attivo molte esposizioni e con vari patrocini di Comuni e del Ministero dei Beni Culturali. L’importante per l’artista è unicamente poter esternare e comunicare quel messaggio che viene immediatamente recepito, quel messaggio che partendo dal profondo della sua anima ha come unica destinazione il profondo dell’anima altrui.
Le circa mille tele dipinte in oltre mezzo secolo di attività sono sparse nelle collezioni di tutto il mondo.
Come di lui è stato scritto, “Difficile definirne lo stile, seppur realistico, data la peculiarità della tecnica e della tematica. La critica ufficiale non è riuscita ad inquadrarlo in nessuna delle correnti conosciute. Un innovatore, dunque?”. Probabilmente sì.